"Sono paradossalmente contento che De Magistris si candidi come governatore della Calabria, perché la Calabria, evidentemente, merita questo. Penso che se uno facesse una proposta del genere a un sardo, a un siciliano o a un pugliese, ne ricaverebbe una pernacchia, ma evidentemente la Calabria è considerata una discarica. Mandare in Calabria un politico fallito, che ha distrutto Napoli e che quindi in Campania non vuole più nessuno, significa che tutto fa brodo".
"La candidatura di Luigi de Magistris alla presidenza della Regione Calabria sa molto di carriera politica. È comunque un pieno diritto dell'ex pm, che manca da 10 anni dalla
Calabria e dunque non ne conosce a fondo problemi e risorse, anche umane e sociali. L'attuale sindaco di Napoli, che aveva lasciato per sempre la magistratura nel 2009, ha motivato la sua scelta di presentarsi alla guida della Calabria con una dichiarazione molto centrata sulla sua persona più che sui bisogni e le priorità dei calabresi.
I militari delle stazioni Carabinieri Forestale di Lamezia Terme e di Nocera Terinese, unitamente a militari della stazione principale di Lamezia Terme, del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme, e con la collaborazione della polizia ecozoofila dell’associazione Fare ambiente, nonché di personale dell’Asp, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia Terme, del canile comunale sito in località Stretto dello stesso comune.
La ventilata candidatura di Luigi De Magistris a presidente della Regione Calabria per il centrosinistra fa insorgere alcuni esponenti del Partito Democratico calabrese che hanno scritto una lettera aperta al segretario del Pd Nicola Zingaretti per esprimere la loro contrarietà. In particolare si tratta di Mario Galea, già presidente della federazione del Pd di Crotone, del dirigente provinciale della federazione Pd di Catanzaro Ernesto Palma, dei consiglieri comunali Pd di Monterosso, Montalto Uffugo e Cardeto, Massimiliano La Serra, Rocco Raimondo e Saverio Russo.
In Italia ormai basta che uno dica una cosa con un po' di intelligenza o anche una cosa stupida, quando questa viene rilanciata sui media e poi rimbalzata un po' sui social, ecco che diventa convinzione collettiva.
Non vogliamo qui addentrarci se si tratti di sistemi orwelliani, di indottrinamento di massa, o simili. Di sicuro c'è la carenza del principio einaudiano del "conoscere per deliberare" poi fatto proprio e sostenuto per una vita da Marco Pannella. Molti invece parlano oggi senza conoscere.